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Focus Materie Prime, persistono volatilità dei prezzi e insicurezze nell’offerta
Incertezza geopolitica e cambiamenti a livello globale potrebbero costringere le imprese della meccanica a cercare mercati alternativi.

Il 9° appuntamento con il Focus Materie Prime – l’osservatorio promosso da ANIMA Confindustria per assicurare alle imprese associate un costante monitoraggio sull’evoluzione dei mercati delle materie prime – è programmato in una fase storica connotata da avvenimenti e circostanze che lo rendono particolarmente interessante.

Come evidenzia Achille Fornasini, responsabile FinTrend.Lab – Laboratorio per lo Studio dei Sistemi e dei Mercati finanziari – dell’Università di Brescia e coordinatore del Focus Materie Prime: «Mentre il conflitto russo-ucraino tende a cronicizzarsi, le ostilità mediorientali, con il blocco del Canale di Suez e il coinvolgimento diretto dell’Iran, rischiano di generare una pericolosa escalation in uno scenario destinato a complicarsi ulteriormente nella prospettiva delle prossime elezioni in Europa e negli Stati Uniti: passaggi che potrebbero influenzare le posizioni politiche su questioni destinate a provocare effetti significativi sull’economia industriale europea».

«Un quadro geopolitico associato a una crescita globale rallentata dalle difficoltà manifestate dalla Cina – continua Fornasini – ma anche da un’inflazione che sta frenando la sua discesa allontanando il tanto atteso ribasso dei tassi d’interesse».

«Gli effetti sui mercati delle materie prime – afferma inoltre l’analista – non sono certo equiparabili a quelli osservati dopo la pandemia, con quei picchi storici impressionanti. In questa fase le aziende si debbono misurare con la volatilità dei prezzi, che impone un’attenta gestione dei materiali e dei rapporti con i fornitori, e con la crescente opacità dei mercati, che implica costanti insicurezze dell’offerta».

«Come se ciò non bastasse – conclude il docente – l’emergere di cluster commerciali, e la conseguente incertezza che incombe sulle catene di fornitura, obbliga le imprese italiane a valutare attentamente i differenziali di costo e gli impatti delle regolamentazioni import-export disposte dall’Europa e dagli altri paesi».

Considerazioni che riguardano in maniera particolare le imprese della meccanica italiana, un comparto che vive di importazioni ma, soprattutto, di export.

«Alcuni dei settori rappresentati da Anima
– afferma Pietro Almici, vicepresidente di Anima Confindustria – stanno lavorando con continuità a livello nazionale e internazionale, mentre altri settori, come l’edilizia o i settori legati all’automotive, hanno visto un rallentamento negli ultimi mesi. L’incertezza geopolitica in diverse zone del mondo ha bloccato l’export di alcuni settori, costringendo alcune imprese a cercare mercati alternativi. Possiamo comunque affermare, in linea di massima, che stiamo vivendo un periodo di relativa stabilità occasionalmente disturbata dai contraccolpi sui mercati di eventi difficilmente controllabili e prevedibili».
 
«Nonostante la sensazione di stabilità – prosegue Almici – persiste per le aziende manifatturiere il problema sempre più impellente della mancanza di risorse umane, che impone con urgenza una maggiore collaborazione tra le istituzioni, industria e il mondo dell’istruzione scolastica.

A livello nazionale
– aggiunge il vicepresidente di Anima – confidiamo nelle misure previste dal Pnrr e nella spinta economica e sociale che da esso possa arrivare. Come Anima Confindustria puntiamo molto sul piano Transizione 5.0, nell’attesa che la misura possa imprimere lo stesso slancio del precedente Piano 4.0 con l’auspicio, peraltro, che vengano semplificate le procedure di accesso alle sue specifiche misure».