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Internazionalizzazione, ristrutturazione e fusione: le vie di crescita dell’acciaio del Nord-Est
Player della filiera siderurgica del Nord Est a confronto nella tavola rotonda che ha chiuso, nel pomeriggio, il convegno di Siderweb “L’acciaio del Nord-Est: struttura e numeri del settore”, in collaborazione con Confindustria Vicenza 


Per la prima volta dopo anni, nel 2016 la filiera dell’acciaio del Nord-Est ha mostrato segnali di miglioramento, non solo in termini tendenziali ma anche rispetto al resto della siderurgia nazionale. È quanto è emerso dall’analisi di Siderweb presentata nel pomeriggio durante il convegno “L’acciaio del Nord-Est: struttura e numeri del settore”, organizzato in collaborazione con Confindustria Vicenza presso Palazzo Bonin Longare.

Come alcune delle principali società rappresentative del settore stiano affrontando i cambiamenti in corso è stato oggetto di confronto durante la tavola rotonda che ha chiuso i lavori.



Sta mirando all’internazionalizzazione la Euro-fer spa: «Il nostro piano industriale si sta concentrando molto su mercati esteri. Siamo già leader del settore in Italia, dove stiamo assistendo ad una sofferenza prolungata. Siamo alla ricerca di una crescita aziendale – ha dichiarato l’amministratore delegato, Marco Giuseppe Mazza - che passa per l’internazionalizzazione dei nostri prodotti. Abbiamo ancora una preponderanza di fatturato che è generata in Italia, ma l’intenzione è di ribaltare questo rapporto di forza. I risultati del 2016 vanno già chiaramente in questa direzione».

Anche Siderforgerossi Group guarda oltreconfine: «A ottobre abbiamo aperto una filiale in Germania e a gennaio ne avvieremo una a Houston» ha annunciato il direttore generale, Damiano Guidolin. Si sta chiudendo, oggi, un complesso processo di riorganizzazione seguito alla fusione, cominciata in fase pre-crisi, quella tra Siderforge e Forgerossi, che ha dato vita ad uno dei principali player nazionali nelle forge nel 2014. Settore delle forge che «nel Nord-Est ha un know how elevatissimo. Un euro generato qui, all’estero vale 10 o anche 100 volte tanto. La sfida ora – ha detto Guidolin – è diventare altrettanto bravi e leader nella gestione digitale: “smaterializzare” l’acciaio e vedere con modelli digitali ciò che l’occhio non può vedere è l’obiettivo».

È soprattutto sul fronte finanziario che è passata, invece, la ristrutturazione di Beltrame Group. «Guardiamo al futuro con rinnovato ottimismo. Il 2017 è stato un anno positivo – ha detto Raffaele Ruella, CFO -. Il primo semestre è stato difficile: domanda stagnante e prezzi stabili o in leggera diminuzione. La seconda parte ha visto una ripresa interessante delle quotazioni e dei volumi, che ci porta a pensare che anche l’inizio del 2018 possa continuare su questo trend».

A unire con un filo rosso le imprese dell’acciaio che hanno meglio reagito alla crisi ci sarebbe la qualità: «Acciai speciali, stampaggio a caldo, forge: li accomuna un posizionamento di prodotto che ha un premium price rispetto alla commodity. Sono i comparti sui quali ci stiamo concentrando, perché presentano i numeri migliori» ha concluso Pio De Gregorio, responsabile Industry Trends and Benchmarking Analisys di UBI Banca.



Per info: www.siderweb.com